Quello che segue è un estratto del discorso, inedito, preparato per il X Congresso di Radicali Italiani di Chianciano Terme.
Un anno e un mese orsono, non solo partecipavo al mio primo Congresso di Radicalil Italiani, il IX, ma poche settimane prima entravo in Associazione Enzo Tortora - Radicali Milano, dando così il via alla mia militanza attiva.
A distanza di un anno, dopo aver partecipato a due Comitati Nazionali come rappresentante della Tortora, e seguendo ora questo X Congresso, devo dire che quando Bruno Mellano dice che gli anni radicali sono anni che corrono veloci, dice una grande verità. Pensate solo a quanto è accaduto a Milano tra la fine del 2010 e oggi.
Insomma, mi sono ritrovato anch'io a essere un "militante" radicale, un radicale veloce, diviso tra la quotidianità di un lavoro, un obblligo, una faccenda da sbrigare e la passione politica, il desiderio di cambiare le cose, diviso tra una distribuzione di preservativi, il sabato, all'uscita delle scuole, tra un tavolo informativo sotto la pioggia in un angolo delle circonvallazioni milanesi, un volantinaggio in vista delle amministrative sotto il sole che brucia, una serata in Associazione, un'organizzazione di un evento, una visita in carcere, o, più semplicemente, una giornata passata a pulire la sede radicale. Rigorosamente di domenica.
Il Radicale medio è quello che dalla sera alla mattina, quasi senza preavviso, prende un treno, si spara 1600 km di binari in un giorno, scende in Torre Argentina, semplicemente per dare il suo piccolo, minimo, contributo alle battaglie radicali.
Perchè lo fa? Perchè vede in Radicali Italiani, in Radicali Italiani lo ripeto, lo strumento politico per rendere la Repubblica, per la quale noi tutt'oggi si chiede amnistia, una repubblica normale.
Perchè non siamo noi quelli stravaganti, quelli stronzi, quelli froci e drogati. Perchè è normale pensare che un cittadino, che ha la ventura di finire nelle grinfie della giustizia, continui a essere trattato e considerato come cittadino della Repubblica. E continui a vivere, da cittadino contribuente.
Perchè è normale pensare che due persone che si amano possano, se lo vogliono, costruire una vita assieme, legalmente, indipendentemente dalle preferenze sessuali.
Perchè è normale pensare che un malato terminale possa disporre del suo corpo e della sua vita.
Perchè è normale che chi fuma cannabis non venga ritenuto un delinquente da internare.
Perchè è normale che il mio eletto sia "trasparente" sotto ogni punto di vista.
Perchè è normale che se verso contributi pensionistici allo Stato, questo me li deve rendere in qualche forma.
Perchè... beh, perchè potremmo elencare tutte le nostre battaglie.
Rita Bernardini dice che noi non abbiamo la verità in tasca e pronta all'uso. Io dico che verità forse non ne abbiamo, ma certamente delle palesi evidenze di diritto e di diritti, che è anche lo slogan di questo X Congresso.
Ma c'è un però. Il militante radicale di base, quello che crede in questa palese normalità, talvolta succede aver bisogno di repentine risposte a qualche dubbio legittimo.
Perchè magari non capisce come mai lui che si è fatto in quattro (siamo eleganti) a quel famoso tavolo sotto la pioggia o sotto il sole, fa poca differenza, per cercare di avvicinare a noi anche solo una persona, una di numero, mentre basta una mancata veloce comunicazione sulle motivazioni di una certa azione dei nostri parlamentari - non entro nel merito, parlo di comunicazione - per far cancellare, d'un botto, 20 iscritti dalla mailing list di un'associazione radicale. Poi glielo si spiega, e rientra tutto, tutto si normalizza.
Poi però.
Prima ci prendiamo gli sputi in faccia.
Anche dai nostri iscritti.
Perchè il Radicale medio non capisce perchè, a seconda delle occasioni, una volta esce con la bandiera del Partito, una con quella di Radicali Italiani, una volta con quella della Lista Bonino Pannella, avendo magari voluto iscriversi solo a Radicali Italiani.
Non capisce, o forse fa finta di non capire, perchè siamo l'unico strumento politico dove 1+1 molto spesso fa 1. Quell'unico Radicale medio.
Il Radicale medio si può chiedere, lecitamente, il perchè di una struttura liquida che si espande nel rapporto con il Partito, che si scioglie ma non troppo nel PD, si può chiedere che posto occupiamo nella Galassia Radicale, con chi siamo legittimamente autorizzati a prendere contatti, quale peso ponderato ha RI all'interno di tutta l'organizzazione Radicale.
E se è un ruolo preminente, perchè referenti della politica Radicale in Italia, contiamo qualcosa all'interno dell'arena politica?
Vedete, passo per essere pragmatico al limite dell'emozionalmente algido: credo che le cose semplici siano le migliori e le più efficaci. Credo che se una cosa non sia utile, hic et nunc, allora forse è meglio non perderci troppo tempo e non farla diventare una bega condominiale.
Il Radicale medio, ossia l'elettore, quello che può darci la forza per portare nelle adeguate sedi il nostro volere una Repubblica normale, ha bisogno della semplicità e chiarezza delle idee politiche e della semplicità e chiarezza dello strumento che quelle idee politiche porta avanti.
E non c'è ancora nessun altro che per quella normalità lotta con tutte le forze, se non ancora noi.
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